La nascita

È vero che ora litighiamo in continuazione, è anche vero che ho ormai, come Natura vuole, dimenticato di essere la loro mamma. Ma non ho dimenticato com'è andata quando Cola e Truciola sono nate.
Io ero una gatta di strada, molto giovane. A circa 4 mesi, dopo aver abbandonato la casa con la mia mamma, ho cominciato a esplorare il mondo. Durante queste esplorazioni sono finita in un cortile, dove alcuni umani mi hanno accolto favorevolmente (non tutti in verità, ma in generale erano tutti molto gentili).
Io da piccola

Cominciai a farmi trovare lì ogni giorno, loro non c'erano sempre, però per quelle poche ore giornaliere mi facevano qualche coccola e mi portavano da mangiare.

Pian piano si è cominciata a vedere una pancetta un po' grande per la mia corporatura. Fu presto chiaro che c'erano dei micetti nella mia pancia. Gli umani cominciarono a curarmi sempre di più, mi costruirono anche una bella cuccetta dove ripararmi quando pioveva. Ogni tanto, di nascosto, mi facevano anche entrare in ufficio, una volta persino durante una riunione venni accolta e coccolata. Man mano che la pancia cresceva diventavo sempre meno agile e, in effetti, cominciavo a preoccuparmi un po'. Ero così piccola, sarei riuscita ad affrontare questa avventura?

Dopo un paio di mesi giunse l'ora. La pancia mi faceva tanto male e piangevo, gli umani mi dicevano che non dovevo preoccuparmi, perché era naturale che partorissi. Solo che loro non sentivano quello che sentivo io. La mattina dopo Ilaria, che è la mia umana, arrivò molto presto perché era in apprensione per quello che poteva essermi accaduto nella notte.

Erano successe cose orribili in effetti. Uno dei miei piccolini era nato morto e gli altri due non riuscivo a farli uscire. Io mi sentivo morire.

Dopo due ore Ilaria mi mise in una gabbietta e di corsa mi portò in un posto strano, con tanta gente che mi stava intorno e cercava di capire cosa mi fosse successo. Lei se ne andò e rimasi con queste persone.
Non so esattamente cosa sia successo dopo, mi hanno addormentato e quando mi sono risvegliata ero in una stanza mai vista prima, in una cuccia calda, con due piccolini e un grosso taglio sulla pancia. Mi scappava proprio tanta pipì, così la prima cosa che ho fatto quando mi sono svegliata è stato cercare un angolino dove farla.

Ero stanca, avevo dolori un po' dappertutto, ma non potevo abbattermi proprio ora. Cominciai a leccare quei due esserini pelosi, a prendermi cura di loro. I dottori dicevano che sarebbero morti entro pochi giorni, ma non potevo permetterlo. Ilaria mi aiutava, durante la notte si alzava ogni ora per controllare che tutto andasse bene. Aveva anche un biberon, nel caso in cui noi avessi potuto dare il latte ai miei piccoli.
Per fortuna loro erano forti e più testardi di me, ciucciavano con ardore incredibile e io li accudivo come meglio potevo. Ero protetta, coccolata, aiutata. C'era sempre da mangiare per me, una coperta calda, l'acqua e anche tante coccole.

Sono riuscita a farli (anzi farle) nascere, crescere e ora, dopo un anno e mezzo, sono belle e forti.
La nostra prima foto



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