La promessa

Quando siamo arrivate a casa, dopo poche ore dalla nascita di Cola e Truciola, abbiamo capito subito di non essere le uniche ospiti. C'era un altro gatto, ne sentivamo l'odore, mai il miagolio. Dopo qualche giorno abbiamo avuto la certezza, perché Ilaria parlava anche con l'altro, l'altra. Con estrema dolcezza e complicità, come se fossero amiche da sempre.
Non la vedevamo mai, non voleva che ci incontrassimo. La sua paura era che lei, l'altra, si sentisse usurpata del suo posto. Io, invece, avevo paura, perché dovevo proteggere i due frugoletti e non che io fossi più grande. Mi trovavo in un territorio che non mi apparteneva e l'altra gatta poteva essere mastodontica, per quanto ne sapessi.
Un giorno, però, sono uscita all'avventura e l'ho incontrata, lungo il corridoio. Ilaria è arrivata subito, trafelata e preoccupata di ciò che potesse accadere. Io e lei, l'altra, ci siamo guardate, intensamente, per pochi secondi. E lei mi ha detto, come solo un gatto a un altro gatto sa dire, di prendermi cura della sua umana. Lei presto se ne sarebbe andata, perché era troppo tempo che viveva sulla terra, era ora. Ma non voleva lasciarla sola e voleva essere sicura che Ilaria, la sua Ilaria, avrebbe avuto sempre una zampina a tenderle la mano nei momenti di tristezza.
Lo sto facendo Micia, te l'ho promesso e lo sto facendo.

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